Sicuramente, raccontando i vostri guai ad un amico, questi vi ha consigliato di farvi… “benedicere ‘a nu prevete ricchion” (ce ne sono a iosa).
E’ un detto molto utilizzato a Napoli, soprattutto quando la sorte sembra accanirsi, scatenando guai e problemi. A Napoli la scaramanzia, come si sa, è una vera religione, seria e va rispettata.
Ma vi siete mai chiesti da dove trae origine questa espressione? Beh, diciamo che all’inizio era citato il monaco, e solo più tardi fu sostituita con quella del prete, molto più moderna. La leggenda vuole che tale dicitura nasca dal profilo mistico e saggio del religioso. Il monaco, per i napoletani, era una figura emblematica (abbiamo già presentato ‘o munaciello). Riusciva, per la sua saggezza, a dare consigli su ogni tipo di problema. Tra i monaci si nascondevano diversi omosessuali, che dinanzi a situazioni particolari le risolvevano con consigli precisi. C’è da dire che l’espressione si diffuse in un contesto storico in cui l’omosessualità era considerata un problema, con difficoltà da superare. Allora il “monaco ricchione”, che si nascondeva con arguzia, si trasforma in saggio. Sempre super partes, capace di dispensare consigli, trovando la soluzione per ogni problema o difficoltà.
Ora sapete come fare quando vi trovate a navigare in mari tempestosi.
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