“Fai ‘o brav’, sennò viene ‘o mammone”.
A Napoli siamo cresciuti, per la maggior parte, con questa minaccia che turbava i nostri sogni: guai a fare i cattivi perché dall’ombra poteva materializzarsi questa figura dell’immaginario popolare. Una figura che spaventava i bambini che non si comportavano bene e che non volevano andare a letto.

La storia del mammone è quella di un povero diavolo; nei vangeli Gesù afferma: “Non potete servire Dio e Mammona” (non mammone). Questo termine, dunque, ha radici nell’aramaico ed è la personificazione della ricchezza. Allora, è proprio un diavolo connesso al mondo dell’inferno, sottoterra, là dove si nascondono i tesori, che alimentano la cupidigia e l’avarizia. Forse, però, le mamme non si riferivano direttamente al demonio, piuttosto ad una creatura magica nata dall’unione con un gatto, animale che nel Medioevo si pensava appartenesse a Satana.

Questa terrificante bestia appare anche nelle fiabe della tradizione popolare, ricordiamo “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile. In realtà “mammone” può riferirsi anche ad un personaggio storico del 1799, un tale Gaetano Coletta, brigante sanguinario, che adornava le mense dei suoi banchetti con le teste recise. Morì nel 1802 nelle carceri della Vicaria, accusato di aver tramato contro il re. Oggi la figura del “mammone” appare nelle carte napoletane, nel tre di bastoni, la cui maschera che li racchiude è quella del mammone.

Comunque chiunque sia il mammone, meglio stargli lontano, anche se fosse un gatto. E così di storiella in storiella è arrivato a noi un racconto che però va scemando, sostituito da un’altra mitica figura: “l’uomo nero”. E benché cambia il nome, la paura che genera nei piccoli è sempre la stessa.
Sarebbe il caso che il “mammone” o “l’uomo nero” si materializzasse nei luoghi e nelle riunioni, dove si decide il futuro per Napoli e per i napoletani. Questa presenza dovrebbe spaventare a tal punto coloro che decidono le nostre sorti, da scegliere sempre il meglio per la nostra città. Questo è il “mammone” che ci piace e che dalle nostre parti non dovrebbe mai sparire.

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