“Ingrata patria, non avrai le mie ossa.” Sono le parole incise sulla tomba di Scipione l’Africano, il generale romano che sconfisse Annibale nella storica battaglia di Zama. La sua tomba si trova nei pressi di Lago Patria, una frazione di Giugliano, una delle cittadine dell’hinterland napoletano.
Come spesso accadeva nell’antica Roma i generali che si erano particolarmente distinti venivano insigniti di importanti cariche nell’amministrazione pubblica. Così fu anche per lui, ma le cose non andarono molto bene.
Finì nell’occhio del ciclone accusato di aver sottratto ingenti somme di denaro senza dare conto all’erario (come in pratica succede ancora oggi…). Allora pensò bene di togliere il disturbo e di sparire sperando di essere dimenticato. Si ritirò a Liternum, una delle colonie romane dell’epoca (niente a che vedere con l’attuale Villa Literno che si trova in un’altra zona). Qui si costruì una villa e visse gli ultimi quattro anni della sua vita coltivando il suo orto. A Roma ben presto lo dimenticarono ma la sua fama di grande condottiero non l’abbandonò mai. Plinio il vecchio, uno dei piu grandi storici della Roma Antica, narra che un giorno dal mare vennero dei pirati con l’intenzione di saccheggiare la villa, ma quando seppero a chi apparteneva, recedettero dal loro intento chiedendo perdono e riempiendo Scipione di abbondanti doni.
L’eroe visse tranquillo in quegli ultimi anni ma nel suo cuore non si spense i il rancore per Roma che l’aveva costretto ad un forzato esilio e alla sua morte che avvenne nel 183 a.C. fece incidere sulla lapide della sua tomba le parole riportate all’inizio, ma la tomba non ospitò mai le sue spoglie e non si è mai saputo dove fossero.
Liternum fu sempre fiera di avere tra i suoi cittadini un tale personaggio e gli rese sempre onore, ma la cittadina nel corso dei secoli fu pian piano abbandonata dai suoi abitanti. Si narra che fu totalmente allagata da un’onda anomala (una sorta di attuale tsunami) che rese l’area una palude malsana e invivibile.
Liternum è venuta alla luce in seguito agli scavi effettuati intorno al 1900, ma l’area archeologica comprendente anche i resti della villa di Scipione non è stata mai valorizzata ed oggi vive in uno stato di abbandono e di degrado e di Publio Cornelio Scipione si dice poco o nulla. Eroe dimenticato in vita ed anche in morte.
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