Antonio de Curtis (Totò)
I due volti della ‘Malafemmena’ di Totò
Il grande Totò, in versione cantautore, scrisse e musicò Malafemmena nel 1951. La canzone fu presentata quello stesso anno al concorso di Piedigrotta La Canzonetta da Mario Abbate.
Tutti ricorderanno la famosissima pellicola di Camillo Mastrocinque che riprende il titolo della canzone: Totò, Peppino e la… malafemmina.
Il testo della canzone è ispirato ad una vicenda personale del Principe della risata. La storia d’amore con una donna che a distanza di anni è risultata non essere quella che si era sempre creduta fosse.
Totò e Silvana Pampanini
I giornali dell’epoca non ebbero dubbi nel ritenere Silvana Pampanini la donna della canzone.
In effetti Totò aveva conosciuto l’attrice sul set del film 47 il morto che parla e se ne era innamorato alla follia. L’aveva sottoposta a un corteggiamento serrato, “condito” di omaggi floreali e attenzioni di ogni genere.
Quindi si convinse che tra loro fosse scoccata la scintilla e aveva chiesto alla bella Silvana di sposarlo. L’attrice, però, garbatamente aveva rifiutato facendogli capire che l’affetto che provava per lui non era amore.
Una ferita molto profonda si aprì nel cuore e forse nell’orgoglio del principe De Curtis per cui Malafemmena sembra essere la reazione più comprensibile a questa delusione.
Si scopre la vera musa ispiratrice di ‘Malafemmena’
In tempi più recenti però Liliana De Curtis, figlia di Totò, ha rivelato che la vera destinataria della canzone era la madre Diana Rogliani, come dimostra la dedica allegata al testo depositato alla Siae.
Secondo Liliana, il padre accusava la moglie di essere venuta meno ad un accordo raggiunto al momento della separazione. Cioè che avrebbero continuato a convivere fino al raggiungimento del 18esimo anno della figlia.
La richiesta di Totò era di condividere anche il talamo sia pure in maniera solo formale. Accordo che riduceva Diana in una posizione svantaggiata e Totò padrone di correre la cavallina. Infatti, il grandissimo comico era un altrettanto grande farfallone e non si negava frequenti scappatelle.
Diana ne aveva sopportate fin troppe ma l’ultima le fece perdere definitivamente la pazienza. Qualcuno sostiene che la causa dirompete sia stata proprio l’infatuazione per Silvana Pampanini e quel corteggiamento che aveva fatto scalpore.
Comunque, che a causarlo sia stata l’attrice romana o un’altra fiamma, la moglie lo lasciò e sposò l’avvocato Michele Tufaroli.
Totò ferito nell’orgoglio
Quindi dalla testimonianza di Liliana De Curtis appare chiaro che fu la madre ad ispirare “Malafemmena”. Curioso però dedicare una canzone così piena di risentimento ad una donna colpevole solo di non aver più tollerato continui tradimenti.
Strano ma solo fino ad un certo punto. Un famoso detto napoletano recita: Dicette ‘o prevete: fa’ chello ca dico io ma nun fa’ chello ca facc’io. “Disse il prete: fai quello che dico io ma non fare quello che faccio io.” In questo caso Diana si era scocciata di fare quello che diceva il prete.
La decisione della moglie non fu presa molto bene da Totò che nonostante tutto la riteneva il suo unico amore. Anche se aveva una maniera insolita di dimostrare questa unicità.
In conclusione, però bisogna dire che il ritratto della “malafemmina” sembra più congeniale a quello di una donna che ha rifiutato di corrispondere ad un grande amore.
Su un pacchetto di sigarette nasce ‘Malafemmena’
Aldilà delle premesse, Malafemmena resta il più grande successo musicale di Totò, come ‘A livella lo è tra le sue poesie. Infatti, Totò tra un film e l’altro non disdegnava di scrivere canzoni e poesie, spesso con risultati notevoli. Ha scritto una sessantina di poesie e le parole e la musica di circa 40 canzoni, rivelando anche in questo la propria genialità, infatti lui non aveva una preparazione da musicista.
La nascita di Malafemmena la racconta lo stesso Totò in un video tratto da un documentario e reperibile su Youtube.
Il Principe dice: « Mi ricordo ero a Formia. Giravo alcune scene di un film (Totò terzo uomo n.d.r.). Su un pacchetto di sigarette scrissi i versi e li feci sentire al mio autista a cui non piacquero. Non capì niente! Con il fischietto feci il motivo. L’aria. Non è difficile le parole stesse portano alla musica».
Indirettamente spiega anche come faceva a comporre la musica senza essere un musicista.
Il brano è stato interpretato negli anni da tantissimi artisti con una propria versione. Tra i più significativi: Andrea Bocelli, Renato Carosone, Lucio Dalla, Peppino Di Capri, Enzo Jannacci, Mina, Roberto Murolo, Massimo Ranieri, Lina Sastri.
Malafemmena
Si avisse fatto a n’ato
chello ch’ hê fatto a me,
st’ommo t’avesse acciso
e vuó sapé o pecché?
Pecché ‘ncopp’a ‘sta terra,
femmene comm’a te,
nun ce hann’ ‘a stá pe’ n’ommo
onesto comm’a me.
Femmena,
tu si na malafemmena,
a st’uocchie hê fatto chiagnere
lacreme ‘e ‘nfamitá.
Femmena,
tu si peggio ‘e na vipera,
mm’ hê ‘ntussecato ll’ ánema,
nun pòzzo cchiù campá.
Femmena,
si doce comm’ ‘o zzuccaro
peró ‘sta faccia d’angelo,
te serve pe’ ‘nganná.
Femmena,
tu si ‘a cchiù bella femmena,
te voglio bene e t’odio
nun te pòzzo scurdá.
Te voglio ancora bene,
ma tu nun saje pecché,
pecché ll’ unico ammore
si’ stata tu pe’ me.
E tu, pe’ nu capriccio
tutto hê distrutto, oje né’,
ma Dio nun t’ ‘o pperdona
chello ch’ hê fatto a me.
Femmena,
tu si na malafemmena,
a st’uocchie hê fatto chiagnere,
lacreme ‘e ‘nfamitá.
Femmena,
tu si peggio ‘e na vipera,
mm’ hê ‘ntussecato ll’ ánema,
nun pòzzo cchiù campá.
Femmena,
si doce comm’ ‘o zzuccaro
peró ‘sta faccia d’angelo,
te serve pe’ ‘nganná.
Femmena,
tu si ‘a cchiù bella femmena,
te voglio bene e t’odio
nun te pòzzo scurdá.
Malafemmina
Se tu avessi fatto ad un altro
quello che hai fatto a me,
quest’uomo ti avrebbe ucciso
e vuoi sapere il perché?
Perché a questo mondo,
donne come te,
non devono esistere per un uomo
onesto come me.
Donna,
tu sei una malafemmina
a questi occhi hai fatto piangere,
lacrime amare.
Donna,
tu sei peggio di una vipera,
mi hai intossicato l’anima,
non posso più vivere.
Donna,
sei dolce come lo zucchero
però questo viso d’angelo,
ti serve per ingannare.
Donna,
tu sei la più bella donna,
ti voglio bene e ti odio,
non posso dimenticarti.
Ti voglio ancora bene,
ma tu non sai il perché,
perché l’unico amore
sei stata tu per me!
E tu, per un capriccio,
tutto hai distrutto, oh bella,
ma Dio non ti perdona
quello che hai fatto a me.
Donna,
tu sei una malafemmina,
a questi occhi hai fatto piangere,
lacrime di infamia.
Donna,
tu sei peggio di una vipera,
mi hai intossicato l’anima,
non posso più vivere.
Donna,
sei dolce come lo zucchero
però questo viso d’angelo,
ti serve per ingannare.
Donna,
tu sei la più bella donna,
ti voglio bene e ti odio,
non posso dimenticarti.
Video:
Massimo Ranieri e Vanessa Incontrada interpretano Malafemmena
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.